Pagine

pino

pino

lunedì 20 maggio 2013

ESPERIENZE DI CARTA


E l’odore? Dove lo volete mettere l’odore della carta? Lilla alla violetta, avorio alla vaniglia,… e il rumore? Quando strappi la busta e apri i fogli…e la consistenza? Sotto i polpastrelli liscia, ruvida, porosa, lucida,…
E la sorpresa! Ah, la sorpresa! E’ arrivata? E’ arrivata! Ma da chi ? forse da…. E infine quel momento di solitudine, necessario per  gustare tutte le sensazioni insieme e per leggere le parole che avevamo tanto aspettato…

Stanca dei litigi e dei panni lavati nella piazza di FB, un book gestito da tante face troppo piccole (in teoria) per permettersi un profilo e troppo immature per saperlo gestire, ho deciso di passare all’azione.
Unità didattica di italiano su una tipologia testuale : la lettera.
Bene. Ho costruito con del cartone una scatola sulla quale ho incollato l’immagine di un’antica cassetta delle lettere. 
Poi l’ho portata in classe e l’ho appoggiata sulla cattedra, sotto gli occhi curiosi dei miei alunni. L’ho lasciata lì, apparentemente abbandonata e ho cominciato la lezione : la formula di saluto, l’introduzione…blablabla…il corpo centrale…blablabla…la formula di saluto….
Alla fine ho dato questo compito: ognuno di loro avrebbe dovuto sorteggiare il nome di un compagno di classe e non avrebbe dovuto rivelarlo a nessuno. Quel compagno sarebbe stato il destinatario di una lettera.
“Ma cosa devo scrivere, prof?!”
Quello che vuoi. Ti metti davanti a un foglio (vero) con una penna (vera) e cominci: “Caro…” e scrivi quello che ti viene in mente. Poi pieghi il foglio, lo metti in una busta (vera) con l’indirizzo e tutto, e la imbuchi in questa cassetta della posta.
Una settimana di tempo.

Ogni mattina, prima dell’inizio delle lezioni, qualcuno si avvicinava alla cassetta e infilava una busta. Dopo una settimana non stavano più nella pelle!
Ho aperto la scatola e ho cominciato a chiamare uno per uno i destinatari delle missive. Nessuno sapeva da chi avrebbe ricevuto la lettera. Venivano alla cattedra e poi tornavano al posto rigirando tra le mani la propria busta. Qualcuno aveva perfino disegnato il francobollo.

Come sempre, anche questa volta ci sono stati i “furbi”, quelli che misonodimenticato, l’holasciataacasa, nonsapevocosascrivere…. . Pochi, ma c’erano. Non ho dovuto rimproverarli: ci aveva pensato lo sguardo deluso dei compagni che, a causa loro, non avevano ricevuto nulla.

Nessun commento:

Posta un commento