Ho seguito con il solito interesse tutte le
riflessioni sulla valutazione (io stessa ne ho postata piú d’una) e mi sembra
che si sia dimenticato un fattore importante, un elemento che incide in modo
determinante (anche) sulla valutazione: la famiglia.
Ho sempre pensato ai genitori dei miei alunni come alla terza gamba del tavolo: tre è il
minimo. Se ne manca una sola, il tavolo non sta in piedi. Ma
sono reduce da un’esperienza molto negativa (siamo praticamente in
agosto e ancora ne parlo...vuol dire che non l’ho ancora digerita!) che mi ha
fatto riflettere parecchio.
I pensieri dei miei colleghi di villaggio, pur
nella loro diversitá ( credo che, ad esempio, l’età degli alunni sia
determinante per fare delle scelte in materia
di valutazione, cosí come alcuni punti di vista magari diversi dai miei...) sono
peró tutti accomunati da qualcosa di importantissimo: il desiderio di trovare
la strada giusta, l’incessante interrogarsi su cosa sia meglio e il coraggio di
mettersi in discussione.
Personalmente ho cambiato direzione piú volte
nella mia esperienza, ho sperimentato modi nuovi, ho letto, discusso.... basti
riflettere sul fatto che, se anche trovassi un sistema perfetto, probabilmente
...non si adatterebbe ad una classe diversa!
É, insomma, una ricerca continua.
Un punto importante ad esempio su cui lavoro sempre, è il tentativo di far capire ai ragazzini che l’ errore é il loro piú
grande alleato, se vogliono imparare qualcosa: niente tragedie per una
valutazione negativa, piuttosto capire cosa mi sta dicendo quella valutazione! L’errore
é un errore: niente di piú, niente di meno. Io credo molto nel dare a questi
ragazzini, estremamente fragili oggi, il giusto senso delle cose, la
proporzione e l’equilibrio che secondo me hanno perso. Arrivano in prima media che non sono piú dei bambini,
ma non sono ancora altro; hanno una gran voglia di diventare grandi e
percepiscono che solo provando a fare da soli ci riusciranno. Certo, hanno
anche dei timori:” le maestre sono brave, i prof. sono cattivi”/ “ devi
studiare tutti i giorni fino a mezzanotte altrimenti prendi due!”/ “ i ragazzi
grandi ti fanno i dispetti”. Ma occorre “giocare”
sull’entusiasmo e sulla novità, sulla loro voglia di imparare a volare.
Mi sono dimenticata per strada di parlare della
famiglia?
Oh, no! Eccoli, i genitori: puntualissimi. Nel preparare la cartella ai loro bambini,
nel rispiegare la lezione di storia, nel correggere la produzione scritta, nello
stampare in ufficio centinaia di pagine scaricate da wikipedia, nel chiedere scusa (loro!) se il figlio si è comportato male…..tutto nella
rincorsa infinita per evitare la più piccola fatica e il più piccolo insuccesso
al loro bambino! Nella convinzione di preservarli dal male del mondo…. Ma come
si fa a crescere senza sbucciarsi le ginocchia?
E poi, il passo è breve verso la tracimazione
totale: la valutazione negativa è sintomo dell’incapacità dell’insegnante, che non è in grado di spiegare perché non è divertente, non è tua amica,
non ti coccola abbastanza…..
Quanti disastri sul fronte della crescita, della costruzione di rapporto serio con la capacità di capire cosa so essere e cosa so fare, del progettare la mia personalità, affrontando le "cose che vanno male", quelle che mi fanno soffrire, ma anche sperimentando la gioia del riuscire a superare una difficoltà, di creare un rapporto di fiducia con l'adulto....