Pagine

pino

pino

lunedì 18 novembre 2013

Elogio dell'inutilità

Mi sto perdendo. Allegramente.
Mi sono incuriosita riguardo ad un programma di impaginazione testi, Scribus: l'ho installato, mi sono scaricata una guida in italiano e ho cominciato a pasticciare, perdendoci un sacco di tempo che, probabilmente, avrei potuto utilizzare in modo più proficuo....
Mi serve imparare a usare Scribus? Non lo so! Francamente ho ben poco da impaginare...peró...chissà...in fondo insegno italiano...qualcosa potrebbe saltar fuori.
Il problema è che mi attrae tantissimo anche GIMP. E qui, per le mie modeste capacità, siamo su un altro pianeta (!) . Eppure, ho installato anche questo e ho perso ancora più ore in un sito italiano che spiega tutto, ma proprio tutto.
Mi servirà GIMP? Credo proprio di no! E credo anche che non imparerò mai ad usarlo....ma mi piace.
Mi sono stupita (io, cosí sempre ben organizzata) di essere contenta di passare del tempo a fare qualcosa, sapendo che probabilmente non avrà una conclusione produttiva, consapevole insomma di impiegare del tempo e delle energie che..chissà, forse non avranno mai un ritorno, una
applicazione pratica.
Sto imparando per il solo gusto di imparare.
Forse per la prima volta nella mia vita.
"...e il naufragar m'é dolce in questo mare."

domenica 3 novembre 2013

COMPITI

Dopo aver trascorso tanto tempo durante i mesi estivi a riflettere, imparare e dibattere sulle nuove tecnologie a scuola, sui vantaggi e gli svantaggi, sulle questioni di principio,...mi ero immaginata un inizio di anno scolastico concentrato sull'utilizzo delle metodologie e degli strumenti innovativi.
Mai ipotesi fu più sbagliata!
A due mesi dall'inizio delle lezioni, mi trovo alle prese con un argomento non dico "vecchio"...ma vecchissimo: i compiti a casa!
Io non riesco a utilizzare questo strumento in modo efficace: in qualsiasi maniera presenti i compiti, con qualsiasi sistema io li strutturi (tecnologico o meno), non sono in grado smuovere i miei piccoli alunni dall'unico pensiero che hanno in testa: "il meno possibile del tempo, il meno possibile della fatica".
E, naturalmente, sto parlando di chi i compiti li fa.
Io credo nel compito a casa. 
Perchè è un momento in cui lo studente si mette alla prova, verifica quanto ha capito e cosa è capace di fare, si allena per migliorare  e diventa consapevole di ciò che ancora non è stato raggiunto. Ho riflettuto tantissimo sul perchè non riescano a capirlo, su come avrei potuto fare per dimostrarlo,... 
Poi, come spesso accade in questo mondo di piccoli studenti, una frase, detta con una limpidezza disarmante, mi ha aperto gli occhi sulla verità: "Ma Prof., io non ho potuto studiare storia perchè dovevo andare in piscina".
Ovvio, la piscina! 
E il calcio, la danza moderna, , il corso di inglese, la scherma, l'hip hop, la spesa al centro commerciale,....e tutto in una settimana, ogni settimana.
Il compito a casa funziona solo se c'è del tempo da poter usare. Quanto? Quello necessario. E quel tempo dovrebbe essere usato insieme al silenzio, alla concentrazione e alla solitudine.
Per molti ragazzini questa è un'esperienza sconosciuta. Il tempo corre veloce e loro sono sempre lì, a rincorrerlo, all'insegna di una velocità da videogioco, per passare al livello successivo, senza fare in tempo a capire il livello precedente!
Tanto, poi, o la mamma o il papà, si metteranno vicino a loro, dopo cena, a studiare con loro.
E così potranno dirmi con uguale limpidezza: "Ma Prof., con me la lezione la sapeva!"